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La link building è sempre uno degli argomenti più scottanti per chi si occupa di posizionamento nei motori di ricerca. Riuscire ad affrontarla e a spiegarla tutta è un lavoro davvero grande (inteso proprio come quantità di cose da dire) e complicato, viste le tante sfaccettature che ha.
Oggi ho deciso di approfondire un argomento (comunque molto importante) per chi vuole avviare, sviluppare e gestire una strategia di promozione tramite link.
Cosa sono gli anchor-text
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Molto probabilmente sai già cosa sono, riassumendo è quella parola (o frase) che l’utente clicca quando crei un link, quindi la parte “cliccabile” di un tag <a>, in pratica osservandone il codice sorgente:
<a href=”http://www.sitodiesempio.it”>Questo è l’anchor-text</a>
Per quanto questo concetto appaia semplice e banale, nella seo il testo che viene usato come ancora dei link ha una grande importanza, sia per gli utenti, che per Google, per tre motivi:
- Fa capire subito cio’ che viene linkato.
- I link stessi per Google sono molto importanti come fattore di rank
- Chi usa un anchor text che contiene una parola chiave è come se dicesse a Google “Hey, ti faccio presente che questa url ha degli ottimi contenuti per questo argomento”
Naturalmente esistono delle strategie che suggeriscono come utilizzarli in maniera da massimizzare i risultati, ed evitare (sopratutto) penalizzazioni che spesso sono molto difficili da recuperare.
Dico questo perchè i seo con poca esperienza, creano spesso danni irreparabili con le ancore dei link, ed inoltre esiste a tutt’oggi molta confusione su come debbano essere utilizzate in una campagna di link building, quindi cerchero’ di fare chiarezza.
Tipi di ancore
Esistono fondamentalmente 4 tipi di anchor-text, andiamo a vederli.
- Brand: quando viene usato il nome o l’url della pagina/sito
- Manipolativa: quando si usa una keyword come testo di ancoraggio
- Generica: in tutti i casi in cui si usano espressioni generiche, tipo: “Clicca qui” – “Read more…” – “Vai alla pagina”
- Parlanti: sono quelle ancora che spiegano l’argomento che troveremo nella pagina linkata. Ad esempio, se io volessi linkare una pagina che contiene le previsioni dell’estate 2017, scriveri: “leggi la nostra analisi delle previsioni ufficiali sull’estate del 2017”.
In realtà ne esistono anche altre, ma hanno una percentuale di utilizzo davvero bassa. Adesso analizziamo nel dettaglio quelle sopra elencate.
Brand
Si tratta del modo più spontaneo e innocente di linkare una url. E’ come se io dovessi consigliare a qualcuno una persona esperta, userei il suo nome, e in questo caso si fa la stessa cosa.
Ho messo in questa categoria anche le ancore con l’url, perchè a volte il nome del sito corrisponde anche alla sua url. Ad esempio, il sito di comparazione delle assicurazioni Facile, è meglio noto come Facile.it
Quello che diciamo a Google linkando con queste ancore è che secondo noi la risorsa di NomeSito presenta un buon contenuto attinente a quello presente nella nostra pagina.
Manipolativa
Eccoci alla mela del peccato, l’ancora della discordia. In pratica in questa tipologia vengono messe tutte le ancore che corrispondono esattamente alla keyword per cui ci si vuole posizionare. Ad esempio, se voglio posizionare un sito per la parola chiave “hotel rimini” userò come ancor-text proprio “hotel rimini”.
Quando Google vede questi link, noi gli diciamo (come ho detto in precedenza) che secondo noi la pagina che stiamo linkando presenta un buon contenuto per questo preciso argomento. Il motivo per cui si chiamano manipolative deriva dal fatto che tentiamo di manipolare la sua serp, cercando di convincerlo che per quella specifica parola chiave, quella pagina ha un ottimo contenuto.
Il male che deriva da queste ancore è che l’utente normale (il non-seo) al 99% non userebbe praticamente mai questo modo di linkare, che invece è tipico di chi ha il solo interesse a spingere in alto il proprio sito all’interno dei risultati di Google.
Generica
Molti utenti spontaneamente usano queste espressioni generiche per linkare un sito. Forse negli ultimi anni sono un po’ cadute in disuso, erano molto diffuse qualche anno fa’. Qui intenti malevoli non ce ne sono, anche se farsi linkare sempre con queste parole non è una buona cosa.
Parlante
Questo tipo di ancore sono molto diffuse nell’editoria e tra le testate giornalistiche, in quanto informano subito l’utente dell’argomento che troverà nella pagina linkata. Solitamente si usano per i link-interni, ma nulla vieta di farlo anche per quelli esterni. L’unica cosa a cui bisogna fare attenzione è di non trasformarle subdolamente in ancore manipolative.
La differenza tra ancora manipolativa e brand
Per far capire ancora meglio la differenza tra questa due casistiche, cerchero’ di usare degli esempi di vita reale.
Immaginiamo di trovarci davanti ad una nuova pizzeria che non conosciamo (Google vede il tuo sito per la prima volta) e cerchiamo informazioni su di essa. Troviamo una persona nella vicinanze e gli chiediamo se conosce quel locale (backlink) e lui ci risponde: “Quella pizzeria fa un’ottima pizza ai funghi porcini!” (anchor manipolativa).
L’informazione che riceviamo è che la pizza con i porcini in quel posto è sicuramente molto buona, ma se io ho voglia di un’altra pizza? Quell’uomo ci ha segnalato una qualità cosi’ precisa, e probabilmente quel locale pecca in altre cose. Magari il servizio al tavolo non è dei migliori….o forse è una pizzeria un po’ costosa…oppure probabilmente le altre tipologie di pizze non sono altrettanto buone.
Proseguendo nella ricerca troviamo un’altra persona, e chiediamo anche a lei se conosce quella pizzeria (altro backlink). Questa ci risponde: “Quella è un’ottima pizzeria!” (anchor-text brand). In questo caso l’informazione premia in toto il sevizio del locale, e l’informazione che ci viene data è che probabilmente il sevizio è ottimo sotto tutti gli aspetti, quindi tutte le pizze saranno buone, il servizio sarà di qualità e anche i prezzi saranno onesti.
Questi due esempi sevono a capire come vengono viste anche dai motori di ricerca le due ancore più utilizzate nella seo. Quando Google trova una ancora manipolativa gli diciamo di dare maggiore visibilità a quel sito per una precisa parola chiave, mentre con l’ancora brand (o url) diamo un suggerimento più globable, quindi i motori di ricerca pemiano il sito linkato per un ventaglio di argomenti maggiore.
Ma quale delle due spinge meglio?
Come sempre nella seo non esiste una risposta definitiva. Come abbiamo visto entrambe le tipologie fanno il loro dovere, anche se in maniera diversa e opposta.
Un concetto sbagliato e anche molto diffuso, è che quando si utilizza una anchor-text manipolativo, si ha l’idea che questo spinga a dovere il nostro sito nelle serp, mentre al contrario quella brand, dia solo una leggera spintarella. Come abbiamo visto nell’esempio precedente, tutto questo non è vero, e lo vedremo meglio più avanti con una case-history.
Come si usano queste ancor-text per la seo?
Il dibattito è sempre acceso su questo argomento, in quanto si tratta di un discorso molto delicato, e saper usare le ancore puo’ fare la differenza tra un sito di successo e uno che sparirà dai risultati di ricerca.
Partiamo da un presupposto. Come avviene per qualsiasi argomento inerente alla seo, non esiste una regola assoluta che permetta di agire sempre nella maniera corretta. Bisogna sempre valutare:
- il proprio sito
- i siti dei competitor
- la keyword in cui ci vogliamo posizionare
- chi ci da il link
- a quale url punterà questo link
- come abbiamo gestito precedentemente le ancore dei backlink in entrata.
Tutti questi fattori sono tutti equalmente importanti, ed è necessario imparare a tenerne di conto, valutarli e gestirli. Perchè Google lo fa sempre, e quando prende una decisione non torna indietro.
Ricorda che i motori di ricerca conoscono benissimo i seo, sanno cosa vogliono e come si muovono. Ma conoscono altrettanto bene gli utenti a cui non interessa l’ottimizzazione per i mototri di ricerca, ed è prendendo loro come esempio che riesce a stabilire cosa è spam da cio’ che invece è qualità.
Quindi, come linka un non-seo? Sicuramente non usando le ancore manipolative! Come linka un seo? Usando le ancore manipolative… Cosa dice Google al riguardo? Lo puoi leggere nella sua guida per i webmaster riferita agli schemi di link.
Infine non dimenticare anche le altre tipologie di ancoraggio, che sono molto utili al fine di variegare la tua link popularity, e riequilibrare le percentuali nel caso ti accorgi di esserti mosso male nella tua strategia.
I falsi miti delle delle anchor text
Esaminiamo ora i più classici falsi miti (o errori comuni) che questo settore possiede. Ne esistono tanti, ma credo sia meglio parlare di quelli davvero più diffusi.
Le percentuali che vanno sempre bene…
Una delle credenze più dure a morire in questo ambito sono le percentuali delle tipologie di ancore. Le più diffuse sono:
- 80% brand e 20% manipolative
- 33% brand, 33% manipolative, 33% brand + manipolative
Purtroppo la gestione di un sito è laboriosa e complicata, quindi mi rendo conto che avere la regoletta d’oro per un fattore cosi’ importante sia un qualcosa di veramente allettante.
Ma queste percentuali, anzi, qualunque percentuale ti diranno, sono sbagliate.
O meglio, potrebbero anche funzionare in certi casi e portarti davvero a primeggiare nelle serp…perchè magari per alcune keyword potrebbe essere vero che con un 80-20 di ancore si arriva in prima posizione e non si viene penalizzati, ma se avviene sarà solo una coincidenza (a meno che tu non sappia davvero cosa stai facendo).
La verità è che non esiste una percentuale assoluta di tipologie di ancore. Ogni keyword è un mondo a sè, che va scoperto, analizzato e valutato bene. Devi imparare a capire dai tuoi concorrenti che hanno avuto successo come muoverti, sono loro che ti mostreranno la giusta dose di ogni ancora per il tuo settore.
Attenzione però, non basta vedere come sono messi quelli nelle primissime posizioni per capire come fare. Ti spiego.
Google non è un avvoltoio che appena sbagli ti punisce, a volte lo fa dopo molto tempo. Questo perchè ha da analizzare una mole di dati impressionante, e ha i suoi tempi.
Quindi coloro che adesso sono primi nelle serp, non è detto che abbiano agito bene, magari fra una settimana (o un mese, oppure di più) spariscono nel nulla, o magari scendono perchè colpiti da una penalizzazione, e se tu prendi loro come esempio, prima o poi farai la stessa fine. Pertanto dovrai analizzare nel tempo i tuoi avversari, tenendo conto di chi viene penalizzato (quindi gli errori da evitare) e chi invece resta stabile (prendi esempio da loro).
Qui poi scende in campo l’esperienza, che si acquisisce negli anni, provando e sbattendo la testa, imparando dagli errori e cercando di spingersi al limite per apprendere i meccanismi dei motori di ricerca.
L’unica regoletta d’oro che ti puo’ aiutare davvero, se non sei esperto, è di agire come agirebbe un utente medio che non sa nemmeno che esiste la seo. Muoviti in maniera naturale, senza pensare alla prima pagina di Google, ma dando davvero valore a cio’ che fai. Se invece hai la giusta esperienza, allora valuta bene come muoverti prima di farlo davvero.
Le ancore brand non spingono
Altro mito duro (anzi durissimo) da abbattere, è che le ancore brand sono solo per gli sfigati e non spingono per niente. Non c’è nulla di più falso in tutto questo. Essere linkati in questo modo funziona bene per due motivi molto importanti:
- E’ il sistema meno pericoloso per ricevere link
- E’ il metodo più naturale che ci sia per linkare, quindi Google darà sempre un buon valore a questi link
La mia case history
Adesso ti mostro i risultati su un sito che rientra nel settore degli elettrodomestici, che punta a kyword transazionali, e dove si guadagna piuttosto bene con le affiliazioni (quindi c’è una buona concorrenza) nel quale ho usato SOLO le ancore brand, nessun altra tipologia di ancora è stata usata per i link in entrata:
Come puoi vedere tu stesso, il sito gode di ottima salute, e ha le sue parole chiave (anche con 22.000 ricerche mensili) posizionate in prima pagina. Purtroppo per motivi di privacy non posso mostrarti esattamente le keyword, ma si tratta sia di short-tail che di long-tail (come si evince anche dai volumi di ricerca).
Ovviamente si tratta di un sito che tratta l’argomento in maniera verticale e con serp che hanno una difficoltà media, pero’ sono tutte parole chiave transazionali (se non sai cosa sono ti consiglio di leggere il mio approfondimento sul Search Intent di una keyword) quindi godono comunque di una buona competitività, anche perchè sono presenti ecommerce molto importanti come Amazon, Unieuro, Mediaworld, oltre a tutti i siti che come me vogliono guadagnare dalle affiliazioni.
Questo serve comunque a dimostrarti che non è vero che per arrivare alle prime posizioni di Google sono necessari i link con ancore manipolative, anzi si puo’ benissimo riuscire nell’impresa e dormire anche sonni tranquilli.
Inoltre anche la credenza delle percentuali viene sgretolata, poichè qui siamo di fronte ad un sito che ha 100% anchor brand, e non ho dovuto nemmeno usare una quantità di link superiore ai miei competitor per poterli raggiungere e scavalcare.
Rimane ben inteso che il discorso cambia nei settori super competitivi, ma solamente in quelli.